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«Mi ha sempre incuriosito il nesso che può esistere fra un evento storico, o una testimonianza letteraria antica, e la nascita di una pietanza particolare o, ancora, la rivelazione che quella pietanza esisteva in una determinata epoca, magari in una sua forma originaria più semplice o diversa da come la conosciamo oggi. Per questo ho scelto, in parte, di scrivere questo libro ricorrendo a una forma narrativa che intreccia fra loro l'evoluzione storico-politica della nostra società meridionale e lo sviluppo delle nostre gastronomie regionali relative. La civiltà di un popolo la si può anche misurare dal cosa mangia e dal quanto mangia. Infatti un saggio ha potuto dire: Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei. La nostra cucina "di tradizione" è antichissima. [...] L'ambizione di questo libro è quella di coniugare la storia di questa tradizione culinaria con la storia sociale e politica di quello che fu il più antico e più grande Stato italiano pre-unitario, cioè il Regno delle Due Sicilie». Il viaggio gastronomico di Rodo Santoro - illustrato dall'autore stesso con delle tavole grafiche a tecnica mista che raffigurano alcune pietanze come appartenenti a un mondo di favola - parte dalla Sicilia, la più grande isola del Mediterraneo, e proseguirà poi con Napoli e il Meridione. La città del Vesuvio ebbe infatti - come ben raccontano le ricche e appetitose pagine di questo volume - la ventura, dalla seconda metà del Duecento in poi, di divenire il più grande crogiuolo urbano d'Italia nel quale si intrecciarono e si mescolarono tutte le tradizioni gastronomiche del Meridione d'Italia.